Articolo di Donato Robilotta, pubblicato su “AffariItaliani.it” il 31 ottobre 2023.
La manovra finanziaria Meloni, legge di bilancio 2024, approvata dal Consiglio dei Ministri è appena arrivata in Parlamento: il testo bollinato dalla ragioneria, che ho potuto leggere, contiene norme in favore delle Regioni ed una in particolare rappresenta una vera e propria boccata di ossigeno per la giunta Rocca.
Infatti c’è un articolo che riguarda la sospensione della quota capitale delle anticipazioni di liquidità delle Regioni. Si riferisce alle anticipazioni di liquidità da parte dello Stato previste dal cd decreto Letta, dl 35/2013, che le Regioni hanno chiesto al Mef per pagare debiti pregressi.
Così Zingaretti ha indebitato il Lazio
La norma prevedeva che le Regioni avrebbero dovuto predisporre la copertura del prestito attraverso misure legislative. La giunta Zingaretti, appena insediata, approva la prima manovra di bilancio, legge regionale n. 2 del 29 Aprile 2023, che con l’articolo 2 autorizza la Regione all’utilizzazione del fondo anticipazioni di liquidità previsto da ddl 35/2013. Si tratta di 10 miliardi di euro per pagare i debiti pregressi certificati.
Un prestito coperto con l’aumento delle tasse regionali
A copertura del prestito la giunta Zingaretti non presenta un piano di razionalizzazione della spesa bensì l’aumento delle tasse. Solo che l’assessore Sartore non lo scrive esplicitamente ma fa approvare una norma che rimanda al decreto legislativo sul federalismo fiscale. Il rimando è all’articolo 6 del dlgs. 68/2011, che prevede che l’aliquota base dell’addizionale regionale Irpef dell’1,23% può essere maggiorata di 0,5% (1,73%) per gli anni 2012 e 2013; dell’1,1% (1,23%) per il 2014 e del 2,1% (3,3%) a decorrere dall’anno 2015.
E infatti con l’anno di imposta 2015 le addizionali regionali Irpef vengono così modulate: sino a 15 mila euro addizionale pari all’1,73% (1,23+0,50 -sanità); tra 15 mila e 28 mila pari a 2,73%; da 20 mila a 55 mila al 2,93%; da 55 mila a 75 mila al 3,23% e oltre 75 mila pari al 3,33%.
Irpef: dall’1,73 al 3,3%
Quando Zingaretti si è insediato l’addizionale regionale Irpef era pari all’ 1,73%, comprensiva della quota relativa alla copertura del disavanzo sanitario. Ora sono al massimo del 3,33%. La giunta Zingaretti fa di più, perché fa inserire nel decreto sul terremoto del centro Italia del 2016, quello di Amatrice, una norma che prevede che, per le Regioni interessate al sisma, il versamento della quota di ammortamento del prestito dl 35/2013, di circa 300 milioni l’anno, sia sospeso per gli anni dal 2017 al 2023.
Zingaretti prende in prestito 10 miliardi dallo Stato
Dunque la giunta Zingaretti acquisisce 10 miliardi come prestito dallo Stato, aumenta le tasse e rinvia il pagamento delle rate del prestito alla legislatura futura. Insomma un vero e proprio disastro. La giunta Rocca si insedia avendo un indebitamento pari a 30 mld, che è la vera cifra del debito finanziario della Regione, se si considera anche il prestito dello Stato, le tasse aumentate al massimo dell’aliquota del 3,33% e una rata di 300 milioni da pagare dal 2024. Una situazione difficile.
La Meloni in soccorso della Giunta Rocca
Ora la Meloni viene in soccorso della giunta Rocca e con la legge di bilancio 2024 interviene sul decreto terremoto del Centro Italia, articolo 44 comma 4 del dl 189/2016, prevedendo che la sospensione della rata di ammortamento sia spostata sino al 2026. In questo modo la Regione dovrà tornare a pagare la rata di ammortamento dal 2027. Una vera e propria boccata di ossigeno per l’assessore al bilancio Righini che ha sudato sette camicie per trovare 170 milioni per coprire gli ultimi rilievi della Corte dei Conti.
Nella legge di bilancio c’è poi un’altra norma che riguarda il ripiano del disavanzo delle Regioni, che è simile a quello che nella scorsa legislatura fu approvata per i Comuni. Riguarda le Regioni a statuto ordinario, che presentano un disavanzo di amministrazione pro capite al 31 dicembre 2021 superiore a 1.500 euro, alle quali viene riconosciuto per gli anni 2024-2033 un contributo annuale di euro 20 milioni.
Il contributo per ripianare il debito è un’arma pericolosissima
No so se la Regione Lazio rientri in questi parametri, in ogni caso consiglio alla giunta Rocca di non utilizzare questa possibilità, perché l’erogazione del contributo statale è vincolata alla sottoscrizione di un accordo per il ripiano del disavanzo tra il Presidente del Consiglio e il presidente della Regione, in cui la Regione si impegna ad aumentare l’addizionale regionale di Irpef. Per il Lazio sarebbe una vera e propria sciagura visto che le addizionali sono già al massimo del 3.33%.