Categoria: Vivibilità
Attualmente il settore versa in una condizione di totale narcolessia sia dal punto di vista della programmazione che dal punto di vista dell’attuazione. La cosa incredibile è che questa condizione non è dovuta alla crisi, ormai abbondantemente assorbita dal mercato, ma dalla mala gestione amministrativa. La conseguenza immediata di detta mala gestione è la mancanza di propensione agli investimenti da parte degli imprenditori che di fatto ritengono inutile impiegare tempo e risorse nella proposta di nuovi programmi o, pur volendo, non riescono ad investire in nuovi programmi già autorizzabili. Questa condizione comporta il crollo della produttività, il calo degli occupati (diretti ed indiretti) e la conseguente grave crisi economica generale del polo urbanistico. Prevale un atteggiamento ostile da parte di tutta la macchina burocratica che comporta, nel migliore dei casi, un prolungamento dei termini inaccettabili, e nel peggiore, il rigetto delle pratiche e la necessità di ricorrere ai tribunali amministrativi per ottenere quanto dovuto. Riguardo alla programmazione urbanistica manca completamente una politica visionaria e coraggiosa che proponga e sviluppi nuove idee per lo sviluppo della Città coinvolgendo i corpi intermedi in tavoli di lavoro continui che nel giro di qualche mese dovrebbero portare ad una profonda revisione delle regole e del piano regolatore. In tema di Attuazione gli uffici preposti versano nella totale confusione, ricevono indicazioni di rallentare l’analisi dei progetti e a causa dell’esasperazione del concetto di “rotazione dei dirigenti” sono governati da persone poco preparate sui temi specifici. Oltretutto le vicende giudiziarie e mediatiche degli ultimi tempi hanno prodotto uno stato di terrore che contribuisce a far propendere per il “non decidere”. In ultimo, l’attuale struttura piramidale concentra in mano ad un unico dirigente generale una quantità inverosimile di cariche. Questa situazione comporta di fatto un “collo di bottiglia” a volte insormontabile attraverso il quale devono passare tutte le pratiche.
Il nostro obiettivo
Delegare completamente l’attuazione edilizia ai municipi che conoscono e verificano meglio il territorio e tenere in capo ad un dipartimento centrale solo le varianti al piano ed i nuovi programmi urbanistici con dimensioni rilevanti (ad es. > 50.000 MC)
Revisionare completamente le norme tecniche di attuazione del PRG semplificandole e rendendole coerenti con la normativa nazionale (che molto ha fatto in termini di semplificazione – vedi i cambi di destinazione d’uso).
Inserire il silenzio assenso per tutti gli iter amministrativi e punire severamente gli uffici pubblici che non dovessero aver analizzato le pratiche nei termini.
Prevedere una generale liberalizzazione dei cambi di destinazione d’uso per eliminare i privilegi di alcune categorie.
Realizzare un nuovo piano di edilizia pubblica in deroga al PRG su aree da sviluppare che devono già essere servite da trasporto su ferro. Ancor meglio andando a densificare piani incompleti o degradati (ad esempio Corviale).
Incentivare la sostituzione edilizia parametrando le imposte locali (imu e tari) sulla base della classe energetica e sismica;
Riavviare il piano urbano parcheggi sondando gli operatori detentori di convenzioni non attuate e creando un ufficio speciale con ampi poteri per la conclusione degli iter. In alternativa predisporre un nuovo piano parcheggi interrati di dimensioni rilevanti. Avviare immediatamente la valorizzazione delle aree pubbliche dismesse
Riproporre il programma “punti verde qualità” con modalità tali da evitare il malaffare ma incentivare l’impresa e la buona gestione delle aree verdi Caserme, Atac, Fiera) e immetterle sul mercato nel più breve tempo possibile con lo sviluppo urbanistico già svolto (destinazioni d’uso, capacità edificatorie ecc);
Come lo raggiungeremo
Ripristinare la divisione di competenze nei vari settori eliminando l’attuale situazione piramidale Prevedere l’informatizzazione completa delle procedure edilizie e del rapporto sportello/cittadino Prevedere un sistema premiale e sanzionatorio per l’efficienza dei dipendenti. Suddividere l’organico per funzioni e non per territorio.
UN GIUBILEO ALL’INSEGNA DELLO SMART WORKING
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