– pubblicato su 7Colli il
FINALMENTE SI VA AD UNA RIVOLUZIONE PER LA CITTÀ
Il testo approvato è quasi simile a quello che la giunta Storace inserì nella cosiddetta devolution. Che poi non fu approvata perché non passò il vaglio del referendum confermativo.
I poteri di Roma Capitale
Io e Storace allora proponevano l’idea di Roma Città Regione. Riuscimmo a inserire nella riforma che Roma capitale disponeva di forme particolari di autonomia anche normative secondo quanto avrebbe stabilito la Regione lazio con norma statutaria.
Allora la sinistra ci attaccò accusandoci di volere sfasciare la Regione creando la ciambella.
La proposta della giunta Storace
Oggi dopo 20 anni quella sinistra sposa la nostra tesi e sottoscrive un testo che dice le cose che dicevamo noi. Possiamo dire che avevamo ragione ed anche essere soddisfatti
Il testo base approvato dalla Commissione è una sintesi delle diverse proposte di legge Costituzionali presentate in questa legislatura. Firmate da Barelli per Forza Italia, Ceccanti e Morassut per il Pd, Meloni e Rampelli per Fratelli d’Italia.
La Commissione ha scelto la strada della norma costituzionale per dare poteri a Roma capitale e non della legge ordinaria. La cosa non era scontata perché sia all’interno del sistema politico che del mondo accademico c’è stata una approfondita discussione. Ma dopo il fallimento sia della legge 56, su Roma Capitale, che della legge del Rio, sulle Città Metropolitane, credo non ci fosse alternativa.
Il testo non è esattamente quello che io avrei preferito, Roma Città Regione come Berlino o un assetto istituzionale modello Province di Bolzano e Trento, è frutto di un compromesso. Ma in ogni caso rappresenta un grande passo in avanti che assegna finalmente a Roma Capitale i poteri legislativi propri delle Regioni.
Roma capitale avrà poteri per legiferare
Il testo sostanzialmente dice che vengono assegnati poteri legislativi a Roma Capitale, nelle materie concorrenti o residuali delle Regioni, tranne la sanità. Ma l’elenco di queste sarà stabilito d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato, con una ulteriore legge approvata a maggioranza assoluta dalle Camere.
Una volta a regime, con i poteri legislativi Roma Capitale potrà finalmente decentrare le proprie funzioni amministrative ai municipi, che diverranno tali perché oggi sono solo delle fotocopie delle vecchie circoscrizioni.
Piena autonomia per la Capitale
Dopo l’intesa e la formalizzazione del passaggio delle competenze nelle varie materie Roma Capitale avrà finalmente piena autonomia e controllo del governo del territorio. Il sindaco della Capitale non sarà più costretto ad andare alla Pisana con il cappello in mano per elemosinare i fondi sul trasporto pubblico locale. Non dovrà combattere con gli uffici regionali per il suo piano regolatore. E non sarà più sottoposto agli emendamenti dei consiglieri regionali sul piano sui rifiuti che invece adotterà in piena autonomia, così come sul commercio, sui servizi sociali, solo per citare le competenze più importanti.
Insomma un grande passo in avanti che finalmente pone Roma all’altezza delle altre Capitali europee. Ma come tutti i compromessi lascia alcuni nodi da sciogliere.
Via la città metropolitana
Dal testo mi pare chiaro che i poteri legislativi vengono assegnati a Roma città e non alla città metropolitana. Questo punto va detto esplicitamente e la futura legge statale che dovrà stabilire le forme di coordinamento tra la Regione Lazio e la Capitale dovrà anche cancellare la Città metropolitana e ricostruire l’ex Provincia di Roma. E forse in quella occasione si potrebbero anche rivedere i confini delle altre province accorpando territori omogenei per un nuovo e diverso assetto del territorio.
Occorre poi definire bene cos’è il nuovo ente che non è una Regione ma una città con poteri legislativi. Perché il comma 1 dell’articolo 114 prevede che la Repubblica sia costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
Inoltre occorre prevedere che nella costruzione dell’intesa con la Regione sulle materie da assegnare abbia un ruolo il Consiglio Regionale. Per non vedersi calare dall’altro tutta la riforma, prevedendo che l’intesa sia data con norma statutaria che ha una procedura rafforzata.
FONTE: