Articolo di Donato Robilotta pubblicato il 9 aprile 2024 su Affari Italiani
Sui rifiuti di Roma e sul termovalorizzatore il centrodestra romano schiva la responsabilità, mentre la sinistra “scivola” sul piano fuffa
Commentando le notizie di cronaca, sull’indagine per l’acquisto da parte di Ama a Santa Palomba del terreno dove dovrebbe essere costruito il termovalorizzatore di Roma quasi tutti scrivono che Gualtieri è il commissario di governo per i rifiuti. Tanto che non solo i comitati si appellano alla Meloni per bloccare la gara, in attesa di chiarimenti in merito alla inchiesta appena avviata, ma anche autorevoli dirigenti nazionali del centrodestra.
Mentre dirigenti del centrodestra romano e laziale continuano a dire che la Regione non può fare niente sui rifiuti a Roma, perché di competenza del commissario, e sono ben contenti di non prendersi nessuna responsabilità sul termovalorizzatore ma di lasciare la scelta interamente nelle mani di Gualtieri. Per non parlare degli esponenti romani e laziali del centro sinistra che sul termovalorizzatore, dopo aver varato nel 2020, con la giunta Zingaretti, un piano fuffa che ha provocato l’emergenza, non dicono una sola parola nascondendosi dietro Gualtieri e facendo intendere che la decisione spetta al commissario nominato dal Governo. Insomma una vera e propria commedia degli equivoci.
Gualtieri sì commissario ma solo per il Giubileo e solo su Roma.
Vorrei chiarire che Gualtieri non è commissario del governo sui rifiuti e della sua azione non risponde al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e non è vero che la Regione non abbia nessuna competenza su Roma. Non è stato il governo a nominare Gualtieri commissario sui rifiuti. A Gualtieri, commissario per il Giubileo del 2025, come da DPR del 4.4.2022, sono state assegnate per legge – art. 13 del dl 50/2022 – le competenze legislative a varare il piano rifiuti su Roma, a programmare e costruire l’impiantistica necessaria. La norma prevede che queste competenze – previste dagli artt. 196 e 208 del dlgs. 152/2006 – restano in capo a Gualtieri sino a quando sarà commissario per il giubileo – 31 dicembre 2026 – e sono valide solo sul territorio di Roma.
Per la prima volta le competenze regionali affidfate ad altro soggetto
Competenze legislative che vengono tolte alla Regione lazio, l’articolo 122 della costituzione lo consente, ma in modo improprio, non seguendo l’iter previsto dalla normativa di principio che regola i rapporti di leale collaborazione tra Sato e Regioni. E’ la prima volta che accade, almeno dopo l’entrata in vigore del titolo V della costituzione, che competenze in capo alla Regione vengano tolte per essere affidate ad altri soggetti istituzionali.
A mio modesto parere, prima dell’approvazione della norma, ci sarebbe voluto un atto del governo che dichiarava che rispetto al fabbisogno nazionale di impiantistica il piano rifiuti del Lazio era carente sulla previsione dei termovalorizzatori. Subito dopo sarebbe dovuta partire una diffida del governo alla Regione e solo dopo, in caso di inerzia, un atto del governo che toglieva la competenza alla Regione e la affidava ad altri.
La mossa del cavallo per non mettere in difficoltà Zingaretti.
Questo non è stato fatto per evitare di mettere ancora di più in difficoltà il Pd, che era al Governo, e l’allora giunta Zingaretti che d’altra parte si è ben guardato dall’impugnare la legge davanti alla Corte costituzione, perché nella sostanza quella norma toglieva le castagne del fuoco proprio alla Regione ed a una classe politica imbelle che non si assume mai le sue responsabilità
Insomma una norma forzata, anche se l’obiettivo è condivisibile, e che costituisce un precedente pericoloso. La stessa norma assegna al commissario per il giubileo pieni poteri per andare in deroga per la costruzione degli impianti dei rifiuti che servono per Roma e l’autorizzazione unica per i nuovi impianti.
Anche la Regione, con il collegato del Novembre 2022, ha previsto il trasferimento delle competenze regionali sull’urbanistica e sulla Vas al campidoglio. Con questo quadro normativo Gualtieri ha tutti gli strumenti per decidere e costruire in autonomia il termovalorizzatore, senza chiedere il permesso ad altri.
Le leggi valgono su Roma ma Santa Palomba confina con altri Comuni
Tutto questo vale però su Roma. Mentre il sito di Santa Palomba scelto per la costruzione del termovalorizzatore confina con altri comuni della città metropolitana e potrebbe esserci bisogna del parere della Regione di una valutazione di impatto ambientale sovra comunale. Ecco quindi che le competenza regionali ci sono. Inoltre il piano rifiuti di Gualtieri su Roma non è un piano a se stante ma deve essere compatibile con quello regionale e deve essere inserito dalla Regione nel nuovo piano regionale che la giunta regionale farebbe bene a varare quanto prima. E le scelte impiantistiche di Gualtieri sul termovalorizzatore devono essere coerenti con il piano rifiuti regionale anche perchè la programmazione della termovalorizzazione è su base regionale e non provinciale.
Si è aperta per esempio la discussione del perché e in base a cosa Gualtieri avesse deciso un impianto da 600 mila tonnellate, l’hanno fatto diversi esponenti di fratelli d’Italia e lo stesso presidente della Regine diverse volte. Gualtieri ha espresso le sue ragioni. Eppure il fabbisogno sta in capo alla Tegione, va calcolato su base regionale e in questo calcolo va conteggiato anche l’impianto di San Vittore.
Così come c’è tutta una discussione sulla viabilità e l’accesso all’impianto, argomenti che andrebbero trattati con carte e numeri alla mano.
Ecco gli atti che Regione Lazio non ha mai fatto
Premesso che il piano rifiuti in vigore è fuffa la Giunta regionale avrebbe dovuto redigere rapidamente la delibera sul fabbisogno, documento programmatorio, che è la base principale per la redazione del nuovo piano rifiuti. Non è un documento difficile perché rappresenta il classico conto della serva. Si deve calcolare la quantità di rifiuti prodotti, il livello di raccolta differenziata raggiunta, gli obiettivi del prossimo triennio, l’impiantistica presente oggi sul territorio e alla fine vedere l’impiantistica da programmare e costruire per chiudere il ciclo. Insomma un documento che si scrive in una settimana ma è necessario per capire cosa programmare. Solo in base a questo documento si potrà dire se il termovalorizzatore di 600 mila tonnellate è sovradimensionato o meno.
Tanto è vero che il consiglio di Stato, che di recente ha bocciato il ricorso dei comitati di protesta sul dimensionamento dell’impianto, si è arrampicato sugli specchi sostenendo la necessita di quelle dimensioni con il massiccio arrivo di turisti durante il giubileo del 2025. Peccato che il termovalorizzatore per bene che andrà entrerà in funzione non prima della fine del 2026, quando il giubileo sarà terminato da tempo. Così come solo dopo il varo della delibera sul fabbisogno si potrà se servono altre discariche di servizio e dove, così come altri impianti.
Inoltre Gualtieri ha deciso di costruire un tmv che brucia il tal quale e non prevede nel suo piano nessuna discarica di servizio, perché sarebbero previsti impianti che bruciano i residui. Secondo me i residui alla fine ci saranno e da qualche parte bisognerà portarli. Perché la Regione non chiede chiarimenti a Gualtieri sul perché abbia deciso di costruire un modello di Termovalorizzatore che brucia l’indifferenziato, quando ci sono nel mondo modelli più innovativi.
Un impianto che “brucia il tal quale non è il massimo”
Faccio presente alla Regione che durante le audizioni in commissione bicamerale sul traffico illecito sui rifiuti, presieduta deputato della Lega, Jacopo Morrone, il direttore regionale dell’Arpa del Lazio ha dichiarato che i controlli a Malagrotta e su tutti gli impianti del Lazio sono di competenza di Arpa, che è della Regione. Ad una specifica domanda di un commissario sulla qualità del termovalorizzatore ha sostenuto che un impianto che brucia il tal quale non è proprio il massimo, anche rispetto alle normative ambientali europee. Su questo ci sarebbe bisogno che la Regione dicesse qualcosa invece che continuare a trincerasi dietro la frase che non ha competenze e dipende tutto da Gualtieri.
Sino a fine Giubileo “non disturbare il manovratore”
Capisco che c’è un disegno di non disturbare Gualtieri sino alla fine del Giubileo, però a tutto c’è un limite. Insomma se la Regione è d’accordo con le decisioni di Gualtieri lo dica apertamente con atti scritti altrimenti la smetta di nascondersi dietro il mantra che la competenza è del commissario e dica come la pensa ed entri nel merito sulle questioni: dimensionamento impianto, tipologia di impianto, luogo e viabilità e impiantistica di supporto.
FONTE: