Le Capitali europee come Parigi, Berlino, Vienna, Copenaghen e Stoccolma smaltiscono i rifiuti urbani non riciclabili attraverso i termovalorizzatori (tanto contestati a casa nostra), quali tecnologie sostenibili e di ultima generazione in grado di rispondere pienamente ai principi dell’economia circolare: valorizzare i rifiuti per trasformarli in energia elettrica e calore da distribuire alle comunità locali.
Al contrario, Roma non li vuole e preferisce mandare le tonnellate di rifiuti indifferenziati in discarica o farli circolare in giro per il nord Italia e per l’Europa con i nostri soldi.
L’attuale amministrazione capitolina ha attuato un piano strategico sui rifiuti focalizzato solo sulla raccolta differenziata “spinta” e sul riciclo e non ha compreso la necessità di investire (attraverso la sua municipalizzata Ama) in un mix diversificato di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani. Ad esempio, ci sono soluzioni tecnologiche che valorizzano anche i rifiuti organici per produrre il biogas o il biometano, utili per rendere la mobilità collettiva (e non) più sostenibile in termini economici e ambientali.
Ma non finisce qui. Il Green New Deal del Governo Conte bis e la proposta di aggiornamento del Piano sui rifiuti 2019-2025 della Regione Lazio si muovono nella stessa direzione: attuare un modello di economia circolare incentrato sulla cultura del riciclo e non su quella del rifiuto. In altre parole, l’alleanza Partito Democratico-Movimento 5 Stelle a livello nazionale e territoriale si impegnerà a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione di impianti di riciclaggio e a ridurre il fabbisogno degli impianti di termovalorizzazione, rendendo non più necessarie nuove autorizzazioni per la loro costruzione. Alla faccia della vera economia circolare.
Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di organizzare con i miei amici di “Energie Per Roma” (associazione politica di ispirazione liberale) una giornata formativa dal titolo “Conoscere il termovalorizzatore” presso l’impianto di San Vittore del Lazio. Voglio tranquillizzare tutti coloro che coltivano il pregiudizio sui termovalorizzatori: sono impianti sicuri, puliti e senza odori cattivi o nauseabondi.
L’iniziativa è stata un “Friday for future” emozionante e ben diverso da quello colorito del movimento della piccola Greta Thunberg che vuole risvegliare le coscienze “ambientaliste” di tutto il mondo. Su quest’ultimo punto, confesso che le mobilitazioni “green” dei giovani studenti (con cartelli improvvisati) si nutrono di pura propaganda catastrofista sui cambiamenti climatici senza offrire soluzioni praticabili.
Il nostro slogan, invece, è conoscere tutte le tecnologie innovative in grado di avere forti ricadute positive in termini di sviluppo, occupazione e ambiente nel territorio e agire per deliberare. Solo così riusciremo a diffondere un ambientalismo ragionevole e responsabile che controbatta quello ideologico (della decrescita felice).
Pubblicato il 23 settembre 2019 su: