Articolo di Giovanni Luciano del 1 gennaio 2021
Quando un anno finisce di solito si fa un bilancio.
Per questo 2020, ormai, il solo citare il numero fa sì che la gente si tocchi. In questo post di fine/inizio anno, in onore a questo tipo di blog, solo poche cose, in pillole, sul mondo dei trasporti e sulla sicurezza sul lavoro.
Inizio subito da quest’ultima per salutare con favore che qualcuno, nei trasporti, abbia annunciato grandi iniziative nei luoghi di lavoro. Spero davvero che sia così. Farebbe bene a tutti, anche a chi la propone.
Aspettiamo con speranza i fatti, perché di sicurezza parlano in tanti ma, vi posso assicurare, la conoscono davvero in pochi.
Le pillole (che in quanto tali non sono possono essere esaustive):
Logistica e trasporto merci su strada. E’ l’unico ambito col segno fortemente positivo perché la pandemia ha fatto deflagrare la domanda di delivering, che era già in costante crescita sull’onda dell’aumento del e-commerce ma che ora è letteralmente esplosa. Aumento di lavoro e, conseguente, aumento di problematiche legate al lavoro. Una realtà complessa dove la rappresentanza è davvero impegnativa e, purtroppo, un po’ troppo variegata… qualche nota positiva per i riders (io ordino solo su Just Eat perché ha fatto il contratto ai suoi fattorini).
Trasporto ferroviario. Che dire? Basta vedere i dati di bilancio delle compagnie ferroviarie e provare a guardare le offerte ridotte di Trenitalia e di Italo. I servizi sull’Alta Velocità perdono a “bocca di barile”, visti i blocchi persistenti e lo stabilizzarsi delle teleconferenze come metodo che sarà sempre più usato, anche dopo la fine dell’emergenza. Per le merci non so bene, ma visto il persistere dell’esiguità delle quote di trasportato su rotaia, possono ben poco per aiutare la baracca. I servizi del trasporto locale le Regioni, comunque, anche se tardi, li pagano e quindi… Da notare che sono di fresca nomina i vertici di Trenitalia e di Rfi, quindi nuove governance in una fase davvero complicata. E’ un bene? Non saprei. Ovviamente in questi casi si fanno comunque gli “in bocca al lupo”. Conosco gli A.D. che sono usciti, ed entrambi sono tecnici ferroviari eccezionali, di grande esperienza e hanno dimostrato di essere bravi manager. Speriamo altrettanto per chi li ha sostituiti. Le Ferrovie, come ebbe modo di capire bruscamente una volta qualcuno che chiedeva un euro in più a viaggiatore per risanarle, per poi trovarsi una mattina i treni in posti tutti diversi da dove sarebbero dovuti essere, è fatta di traversine e di binari e bisogna conoscerne il funzionamento tecnico. Anche qui, attendiamo fiduciosi i fatti. Peccato che, dopo anni di bilanci positivi la pandemia li abbia disastrati…
Trasporto Aereo. Si potrebbe riempire un’enciclopedia parlando di questo settore delicatissimo, che nulla ha a che fare con improbabili collegamenti alle piste di Formula 1. C’è Alitalia, che da sola fa quasi tutto il trasporto aereo d’Italia, perché influisce molto su tutto il sistema. Potrei dire tanto ma mi limito solo a ricordare a qualche smemorato che, per fortuna, non l’hanno presa le Ferrovie (non riesco a scrivere il Gruppo FSI, vi dovete accontentare). Sarebbe stato un disastro al quadrato, anzi, all’ennesima potenza. C’è un new new-co, ci sono tanti soldi come mai a disposizione, ma c’è ancora il blocco del mondo e fare un piano industriale con questo quadro è come giocare a poker. Passi o rilanci? Dipende da quante fiches hai davanti (anche da chi è il vero proprietario delle fiches) perché se rilanci e la pandemia dura ancora troppo tu affondi nel letame, se riparte il tutto ti riprendi ma, c’è sempre questo ma maledetto, devi vedere se hai risolto il problema che ha mangiato Alitalia da decenni, anche dopo le cure da cavallo del 2008 e del 2014, ed è un problema semplice ma di risoluzione complessa. Aspettiamo fiduciosi i fatti, purché non sia di nuovo il solito giro a bruciare soldi, che mettono tutti con le tasse… tutti quelli che le pagano. Vedremo, al momento le premesse sembrano un po’ rachitiche. Speriamo bene.
Trasporto Pubblico Locale. Ribadisco tutto quello che ho scritto in questo blog su questo settore (ho scoperto che, anche contrattualmente e non solo nel linguaggio, ormai si è tornati a questo: settore… anni e anni di lavoro buttati al vento) e mi pongo solo una domanda: ma, al di là dei tavoli prefettizi per coordinare il t.p.l. con la riapertura scaglionata (?) delle scuole per il 7 gennaio, quali azioni hanno programmato le varie aziende (ad iniziare da quelle delle principali città d’Italia) per potenziare il servizio? Intendo programmi. Più bus? Più personale? Associazioni temporanee di impresa con sinergia con chi, di solito, fa turismo, e/o altro? Tutti i soldi che, dice la Ministra, sono stati messi a disposizione del settore. Quali progetti hanno alla base? Ai posteri…
Trasporto marittimo. Qui la notizia è il rinnovo del Contratto. E’ sempre una bella notizia quando si firma un Contratto. Ovviamente gli armatori non vedevano l’ora, visto il contesto. Per il resto è evidente che le cose variano a seconda dei segmenti di questo comparto che è molto più articolato di quello che si possa pensare. Se trasporti granaglie o container evidentemente non hai le stesse ricadute di una nave da crociera. Quindi situazioni diverse a seconda delle compagnie, sapendo che anche per i traghetti è dura, visto il blocco dei flussi turistici.
Una situazione difficile come per tutto il resto dell’economia. Certo! Ma una situazione di cui far tesoro perché ha messo in evidenza, anche agli occhi di chi non ha mai voluto vedere, che i trasporti e la logistica vanno letti, interpretati e governati in modo integrato. Un unicum composto da tanti segmenti tra loro diversi, ma che devono essere messi a sistema, complementari l’uno dell’altro.
E poi è un ambito dove la digitalizzazione e l’innovazione vanno profuse in dosi massicce, ad iniziare dal segmento più fragile: il trasporto pubblico locale. Quando predicavamo, io e quelli prima di me, l’aggregazione delle aziende e il sistema integrato dei trasporti, lo facevamo perché convinti che le aziende di grandi dimensioni, naturalmente, producono razionalizzazioni, aumento di offerta, economie di scala, maggiore efficienza e migliori servizi. Supplendo così, diciamo industrialmente, alle carenze di programmazione degli Enti Locali.
Certo, immaginando aziende vere. Se le aziende non fanno le aziende ma fanno altro, allora è un’altra storia; ma se non è bastato il COVID-19 a far toccare con mano quanto sia sbagliata l’architettura attuale allora chi, come me, ha la sensazione di aver sprecato quindici anni a predicare nel deserto si sente quasi sollevato, perché era una missione impossibile.
Però spero di sbagliarmi e spero davvero che, invece, le cose cambino e si vada verso aziende integrate con contratti unici veri, perché anche quelli aiutano nella integrazione di tutto il comparto.
Succederà? Boh! Intanto auguri a tutti. Che il 2021 sia meglio del 2020…e non ci vorrebbe molto.
Giovanni Luciano